NIKOLA TESLA
L’INVENTORE CON LO SGUARDO VOLTO AL FUTURO
Tesla
LE PIASTRE PURPUREE PER LE SCINTILLE PURPUREE
ENERGIA LIBERA - La rivoluzione del secolo 21
LE POSSIBILITÀ DI APPLICAZIONE E RISULTATI
 

TESLA

John O’Neill
ISBN 3-86150-193-7

La rappresentanza eccelente della sua personalità, assolutamente secondo il gusto degli anni novanta, si trova nell’articolo che è stato pubblicato da Franklin Chester a Citizen. Egli ha caratterizzato questo scienziato con le parole seguenti:
Riguardo al suo aspetto, nessuno lo possa guardare senza sentire il suo potere. Egli è 180 cm alto, oltre ad essere snellissimo. Però possiede un’enorme forza corporale. Le sue mani sono grandissime, e le sue dita insolitamente lunghe, il che indica l’intelligenza altissima. I lisci cappelli neri (quasi che non si potessino immaginare i cappelli neri più scuri e brillanti) gli sono pettinati strettamente all’indietro, il che ancora di più sottolinea i suoi lineamenti. Gli zigomi sono alti e sottolineati, il che è la caratteristica degli slavi. La sua pelle ha un tono di marmo che dopo tanti anni ottiene la prima sfumatura di colore giallo. I suoi occhi infossati sono blue e brillano come fuoco. Sembra che in essi brillino quelle stesse scintille che brillano dai suoi dispositivi.La sua energica testa si restringe verso il mento, e il mento sembra quasi un solo punto. Mai un uomo lavorasse con tanta perservanza, con tanta serietà e con tanto altruismo per benessere di tutta l’umanità. I soldi non gli significano niente. Se avesse deciso di procedere come Edison, oggi probabilmente sarebbe stato l’uomo più ricco al mondo, e ha solo 40 anni. Quello che da lui salta agli occhi è la sua serietà. Tesla è senza dubbio l’uomo più serio ? New York. Però, ha l’aguzzato senso dell’umorismo e le maniere bellissime. Nella modestia incorotta nessuno possa superarlo. Non conosce nessun forma di gelosia. I conseguimenti degli altri mai li considerasse piccoli, mai fosse avaro di lodi. Quando parla uno può solo ascoltarlo. Anche uno che non sa di che egli parli, lo ascolta con entusiasmo. Anche uno che non capisce il significato delle sue parole, deve presentire il loro significato. Parla in inglese, come uno straniero di alta educazione, senza un accento cattivo e senza uno sbaglio. Inoltre, ha superato ancora otto lingue straniere. Dal periodo che quest’uomo è arrivato a New York, quasi niente sia stato cambiato nella sua vita quotidiana. Abita in Gerlach, in un albergo piccolo e tranquillissimo, in via tra Brodway e Sixt Avenue. Ogni mattina alle nove appare nel suo laboratorio, dove trascorre tutto il giorno nel suo mondo insolito e misterioso, cercando nuovi conoscimenti e nuove energie. Mentre lavora non sopporta gli osservatori. Nessuno sappia niente dei suoi assistenti. Ogni tanto fa una dimostra pubblica dei suoi esperimenti, e ci sono tanti che darrebbero tutto al mondo per essere presenti ad un avvenimento del genere. Egli di solito lavora fino alle sei, ma può accadere che si fermi nel laboratorio anche più a lungo. Per lui la tenebre non presenta un ostacolo. Egli produce la propria luce di giorno. Alle otto precise viene vestito di irreprensibile abito da sera in Waldorf. D’inverno, invece di giacca da sera, veste il cappotto con la marsina. Alle dieci precise si alza dalla tavola e parte per il suo albergo, dove si immerge nei suoi studi, o di nuovo va in laboratorio dove trascorre tutta la notte lavorando.



Una rivista americana ha pubblicato nella sua edizione d’aprile 1921 un intervista con il titolo “Permettete che il vostro dono d’osservazione faccia a vostro vantaggio”, in cui Tesla rispondeva alle domande del giornalista M.K.Wisehart sulla sua abilità insolita. Tra l’altro ha detto: ”Durante la mia fanciullezza mi ha colpito una malattia insolita che si manifestava tramite immagini che apparivano accompagnate ai fulmini impetuosi. Appena una parola era pronunciata , avevo davanti agli occhi subito l’oggetto segnato con tanta chiarità, che non potevo discernere se derivasse dalla realtà o no. Anzi quando porgevo le mani e cercavo di pigliare l’immagine, essa stava completamente chiara e non si muoveva dal suo posto. Nei tentativi di liberarmi da quelle tormentose immagini, cercavo di concentrare i miei pensieri ai tranqulli ricordi calmanti.Questo mi portava in realtà il sollievo passeggero, ma dopo averlo ripetuto due o tre volte, il mio espediente medicinale ha perso tutta la forza. Invece di usarlo, in pensieri partivo nei passeggi che mi portavano fuori dei confini stretti, che in quel periodo erano posti dalle mie conoscenze. Di giorno e di notte, tramite il mio dono d’osservazione facevo i viaggi che mi portavano ai luoghi ignoti, alle città e ai paesi ignoti, e durante le visite cercavo di conservare i loro segni caratteristici quanto più chiaramente nei miei pensieri. Immaginavo di vivere nei paesi mai visti, e nelle mie visioni trovavo degli amici che mi sembravano realissimi ed avevano un valore inestimabile per me.

Trattavo i viaggi del genere fino all’anno diciasette, quando ho volto con serietà i miei pensieri verso il campo largo. Alla mia gioia grandissima, ho concluso che potevo visualizzare le diverse cose con facilità. Non avevo bisogno dei modelli e abbozzi o degli esperimenti , tutto quello era chiaramente davanti a me nei miei pensieri. Quest’abilità di visualizzazione l’ho acquistata nei miei tentativi infantili di liberarmi dalle immagini tormentose, ritengo che così abbia sviluppato un nuovo modo di dare la forma materiale alle idee ed ai programmi creativi. Questo procedimento dovrebbe essere di gran vantaggio a tutte le persone che hanno il dono d’osservazione, senza riguardo al fatto se si tratta degli inventori, degli uomini d’affari o degli artisti. Molte persone, senza proposita preparazione, si mettono al lavoro quando devono, per esempio, sviluppare un dispositivo o realizzare un compito. Allora si perdono prestissimo in moltitudine dei dettagli, invece di seguire l’idea centrale, anche se i loro sforzi possono dare il risultato, in questo caso sono in generale di qualità bassa. Adesso però vorrei presentare in poche parole il mio procedimento: quando sento il desiderio di sviluppare una certa cosa, porto quest’idea con me nei miei pensieri per mesi, o anzi per anni. Ogni volta che c’è un’occasione, inizio il viaggio per il mio mondo di percezione e senza un sforzo cosciente rifletto su questo problema. Questo è il cosiddetto periodo del giacere di idee. A questa fase si continua il periodo del immediato attendere del problema durante cui prendo in considerazione le diverse possibilità per risolverlo; durante la sua considerazione concentro il mio spirito alla limitazione del campo di ricerca. Allora, quando coscientemente mi dedico al problema con tutte le sue particolarità, in questa fase molto spesso ho la sensazione che mi trovo sulla via di soluzione. E in questa soluzione è bellissimo proprio questo: quando mi prende, so esattamente che in realtà ho risolto il mio problema e che raggiungerò lo scopo. Questa sensazione è per me così reale, come se davvero avessi risolto il mio problema. Ho concluso che in questo momento in realtà la soluzione deve essere già presente nella mia subcoscienza, anche se forse sarà necessario un periodo di tempo per riconoscerla nella mia coscienza.

Prima di fare abbozzo sulla carta, quest’idea l’ho già elaborata completamente nei miei pensieri. Nei miei pensieri ci posso fare i cambiamenti ad un dispositivo, posso migliorarlo, anzi posso metterlo in moto nei miei pensieri. Ai miei collaboratori posso dire le dimensioni esatte di ogni singola parte senza fare un abbozzo della costruzione , e quando quelle parti si congiungono , si inseriscono così bene, come se le loro dimensioni fossero prese da un abbozzo. A me non è mica importante se testerò un dispositivo nei miei pensieri o quell’esperimento sarà fatto nella mia ufficina. Gli inventi che ho fatto in questo modo funzionavano bene, durante 30 anni non c’era un solo cambiamento. In questo modo è nato il mio primo elettromotore, poi il fluorescente tubo di vacuo senza cavi, la mia turbina ed altri dispositivi numerosi.”
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